Automotive, inizia la riconversione: difesa, chip, meccatronica

Automotive linea produzione fabbrica

Il governo italiano punta alla riconversione della filiera automotive, favorendo l’integrazione con settori ad alto valore tecnologico come difesa, aerospazio, blue economy e cybersicurezza. L’obiettivo è offrire nuove prospettive alle imprese della componentistica e ai lavoratori, in un settore automobilistico in crisi, che nel 2025 rischia di chiudere con meno di 500.000 veicoli prodotti.
Parallelamente, comparti come difesa e sicurezza registrano una forte crescita, con un fatturato sopra i 40 miliardi di euro nel 2024 e prospettive di ulteriore espansione, anche grazie al piano europeo di riarmo da 800 miliardi. In questo contesto, il ministro Adolfo Urso ha annunciato incentivi per favorire la transizione delle aziende verso settori più dinamici.

Non si tratta solo di un’idea italiana: in Germania, il colosso Rheinmetall sta valutando l’acquisto di un ex stabilimento Volkswagen per la produzione di carri armati. Anche in Italia si moltiplicano le sinergie tra automotive e difesa: aziende della componentistica forniscono microchip, schede elettroniche e materiali avanzati sia per veicoli che per sistemi militari. Leonardo ha già avviato programmi di supporto ai propri fornitori per ottenere nuove certificazioni e introdurre tecnologie all’avanguardia.

Anfia sta inoltre lavorando con aziende come Leonardo e Avio per aiutare la componentistica automobilistica a diversificarsi, guardando anche ai settori ferroviario e medicale. Il percorso di riconversione sarà graduale, ma il governo è determinato a sostenere il cambiamento, trasformando la crisi del settore automotive in un’opportunità di rilancio per l’industria italiana.